mercoledì 22 aprile 2009

IL KARMA secondo "il Cerchio di Firenze 77"

Inserisco questo bell'articolo segnalato dall'amico Brig.Zero.
Il Karma secondo la "scuola" del Cerchio di Firenze 77.
E vediamo che come sempre le strade e le teorie convergono, tutto si incontra, dall'Oriente all'Occidente, dall'India ai nativi Americani, e via così.

Percorsi di verità che altro non possono fare che avvicinarci alla metà.


La dinamica del karma

Come è di moda questo termine in Occidente! E come si usa a sproposito! Il karma è sinonimo di destino, di punizione, di prova; mentre, in effetti, il karma è attività: è né più né meno che un effetto, parte di quella catena di cause, tanto cara ai deterministi, che muove la vita degli esseri.
Karma quindi è tutto: non è solo l’evento eccezionale che muta inaspettatamente e involontariamente la vita. Karma è il mal di pancia del goloso, è la muscolatura dell'atleta allenato, è il biondo dei capelli che la signora si è decolorati, è il germoglio del seme seminato nel terreno fertile, e via e via.
Il karma non è destino, se con ciò s'intende qualcosa che accade senza spiegazione e senza volizione; non è punizione perché, in sé, non è né buono né cattivo, ma della stessa natura della causa di cui è effetto. A conferma di ciò cito l'affermazione dei naturalisti secondo cui la vita della natura è incomprensibile se non si ammette il principio di causalità, cioè se non si postula che mantenendo, modificando, sopprimendo la causa, si modifica, si mantiene, si sopprime l'effetto.
Il karma non è prova; semmai è insegnamento, perché completa l'esperienza promossa, e, dall'esperienza, si impara.

Il karma e la coscienza

Dicendo che karma è attività, azione, si può erroneamente credere che riguardi solamente la materia, il piano fisico.
Ho detto prima che esiste una catena di cause e di effetti per ogni mondo e quindi per ogni tipo di attività dell'uomo: per quella fisica, per quella di sensazione, per quella pensativa e così via.
Quel « così via» sta per mondo del sentire, per coscienza dell'uomo, vero bersaglio e fonte del karma, perché è qui che si ripercuotono, si incidono le esperienze, è da qui, dalla sua eventuale carenza o ricchezza, che l'uomo indirizza se stesso verso certe esperienze od altre.
Il karma, quindi, è solo una situazione esteriore nella misura in cui essa serve a produrre quel fermento interiore che dona comprensione e, quindi, coscienza. E’ logico che sia così. Ogni attività non è mai solo di un mondo: per esempio l'azione fisica è preceduta, accompagnata, seguita da sensazioni e pensieri, ed è promossa o permessa dal sentire, dalla coscienza dell'uomo, perciò l'effetto deve essere globale, andando poi a colpire il fulcro dell'individuo, quello da cui ha origine il modo di essere, il vero responsabile dell'attività individuale.
Tutto avviene in modo molto semplice nella dinamica, anche se, nel dettaglio, il karma è stato assimilato ad una corda formata da moltissimi fili. Supponiamo che Tizio sia avaro. Intanto, lo è perché la sua coscienza non è costituita a tal punto da impedirgli di esserlo .Dico così perchè le ragioni dell'avarizia possono essere molte: per esempio bisogno di accumulare per ricercare la sicurezza, mancanza di generosità nei confronti degli altri, e via e via.
Comunque tutte le ragioni si annullano in un anelito di altruismo: infatti, il fine è questo, che l'insieme delle esperienze, dei karma, insegnano.
Il nostro avaro penserà da avaro, desidererà da avaro, agirà da avaro, cioè alimenterà una catena di cause in cui ogni genere di attività umana è improntata all'avarizia: attività fisica, di sensazione, di pensiero.
L'effetto delle sue attività non poteva che ripercuotersi a livello fisico, astrale e mentale. In che modo si ripercuoterà? Qui, per rispondere, si deve conoscere la ragione dell'avarizia, al di là della mancanza di altruismo.
Supponiamo che sia non voler dare agli altri, desiderare di accumulare per essere più degli altri. Le cause mosse lo porteranno, come effetto, in situazioni da cui capirà che non serve avere un desiderio smodato di beni e di ricchezze.
Tale comprensione scaturirà, per esempio, dal vivere in una successiva vita una situazione in cui egli vivrà l'avarizia di un suo simile e ne sarà la vittima.
A quel punto egli ha imparato a non essere avaro ma non ha superato il desiderio di essere più degli altri.
Di conseguenza avrà un'altra vita in cui, per esempio, crederà di raggiungere la considerazione e la valutazione altrui essendo prodigo.
E così via. Ecco la catena deterministica delle cause di cui quello che si chiama karma fa parte. Ma tutto è karma.
Molti credono che il karma si provochi facendo una scelta errata, consci però di errare, e che solo allora si muova la causa che richiamerà l'effetto doloroso.
Una tale visione sarebbe giusta se il dolore fosse punizione, ma così non è: il fine del karma è di dare quella coscienza la cui mancanza fa essere l’individuo in modo non armonico alla realtà di unione del Tutto.
Siccome la mancanza c'è tanto che uno ne sia consapevole quanto che non lo sia anzi, semmai chi non ne è consapevole è ancora più carente - è chiaro che non ha nessuna importanza, agli effetti del karma, che lo si sia chiamato consapevolmente o meno.
Gli aspetti principali della legge di causa-effetto si possono riassumere come segue:
1. Ogni attività promossa o indotta o liberamente avviata reca con sé un effetto.
2. Tale principio vale per il mondo fisico, per quello delle sensazioni, per quello del pensiero; insomma per ogni mondo e per ogni categoria di fenomeni.
3. L'effetto è della stessa natura della causa ed è strettamente legato ad essa.
4. Si creano cause tanto volontariamente quanto involontariamente, perché l'accadere dell'effetto non è subordinato alla consapevole consumazione della causa.
5. L'effetto ricade su chi ha mosso la causa.
6. L'effetto ricade col fìne di dare coscienza al soggetto che lo promosse.
7. L'effetto ricade quando il soggetto è pronto a comprendere, cioè quando il soggetto, dall'effetto, trova la coscienza che gli mancava.

La catena e il riscatto

La catena di cause e di effetti che muovono e promuovono la vita degli individui si incrociano ed hanno continue ricorrenti connessioni.
Non può essere diversamente: se tutto è Uno deve esistere una stretta dipendenza fra i soggetti.
Come prima ho detto, non c'è una sola particella elementare che sia assolutamente isolata. Qualunque cosa ha un rapporto di dipendenza con qualcos’altro. Se esistesse, per assurda ipotesi, qualcosa che fosse assolutamente indipendente, sarebbe fuori della realtà.
Perciò nessuno può essere fuori dalla catena di cause e di effetti, di dipendenze, che lega tutto quanto esiste. E se si dice che tutto è karma, lo si dice perché appunto karma è la catena di cause e di effetti che lega il Tutto. Nessuno può sottrarsi al karma.
Certo, c'è karma e karma, ma soprattutto c'è la possibilità di compiere quei salti di qualità nella catena di cause e di effetti di cui prima parlavo. Compiere salti di qualità costituisce la libertà, l'autonomia dell'individuo.
Ora, siccome la libertà è la possibilità di agire in modo contrario a quello a cui condurrebbe una catena di cause e di effetti; e siccome è la coscienza costituita che dà all'individuo la facoltà di sottrarsi agli impulsi dei suoi veicoli inferiori (egoismo, passioni e via dicendo) e conseguentemente agli stimoli ambientali; e siccome la coscienza si costituisce quanto più si evolve e viceversa; è chiaro che la libertà è proporzionale all'evoluzione.
Ma badate bene: l'evoluto non è fuori da ogni catena di cause e di effetti perché sarebbe fuori dalla Realtà.
Egli compie salti di qualità; cioè per la sua coscienza sente in modo che gli consente di non essere trascinato inesorabilmente dalla necessità; che gli permette di vivere in modo sereno ciò che, per altri, è fonte di angoscia; che non gli fa creare ombre torturatrici e che non gli fa muovere cause che portano effetti dolorosi.
Tuttavia questo non significa che l'evoluto non senta, per esempio, la stanchezza quale effetto di una causa da lui promossa. Quella stanchezza la vivrà in modo diverso dall'inevoluto, non ne sarà condizionato, saprà come smaltirla brevemente, ma non potrà non avvertirla.
Il karma - o quello che si intende con questa parola - cioè una condizione limitante simile per più persone, è vissuto in modo diverso anche se presenta la stessa impostazione.
Una cecità, per esempio, può essere vissuta serenamente o angosciosamente. In modo analogo, fra più persone fare una stessa cosa può dar luogo a karma diversi. Ed è logico che sia così: infatti il vero bersaglio e la vera fonte del karma, come ho detto, è la coscienza individuale; quindi è il sentire, l'intenzione, che pilota tutta l'attività dell'individuo, ed è quello che deve essere corretto e che quindi è oggetto dell'effetto correttore.
Se la natura, il contenuto dell'effetto, fossero analoghi solo a quella che è stata la manifestazione esteriore dell'individuo agente, l'effetto non farebbe quasi mai centro perché quante azioni nascondono intenzioni opposte a quelle che possono trasparire! Una condotta altruistica che nasconda un fine egoistico non può recare un effetto eguale a quella condotta per intenzione.
Infatti l'effetto non è un premio o un castigo, è qualcosa che tende a correggere all'origine la natura di chi muove le cause, cioè dell'essere, e quindi a mutare l'intenzione. Pensate un po', per giungere a ciò, di quanti fattori deve tener conto il karma! Eppure tutto si attua mirabilmente.
Non c'è nessuno che tiene registri di dare e di avere ma, per il principio di causa-effetto, la concatenazione in qualche modo intuita dai deterministi è garanzia che niente cade a vuoto, che tutto si tramanda, che tutto ritorna come immagine riflessa di se stessi, perché si prenda cognizione delle proprie deficienze, e si colmino. La concezione della Realtà in cui niente avviene casualmente ed ognuno ha ciò che gli spetta per esserselo procurato, toglie ogni frustrazione che deriva dal sentirsi perseguitati, sfortunati, oggetto di ingiustizia.
Quanto ognuno patisce corrisponde ad una misura di giustizia che non lascia margini a privilegi ed errori, dove la sofferenza è solo un momento transitorio in cambio di una perenne acquisizione.
La possibilità dell'uomo di sottrarsi a influenze e impulsi, allorquando è capace di compiere un salto di qualità, gli conferisce quella autonomia che lo riscatta dalla rigida tutela a cui sono sottoposti gli esseri con una coscienza elementare.
Guardandosi attorno si può verificare tutto ciò e crederlo senza dover compiere atti di fede, senza forzature, con il solo strumento del raziocinio.

Aggiungo il Gran Buon contributo di Omega alla discussione:

Estratto dal libro: "Vivi l’attimo e vedi e riconosci te stesso"

"L’attimo è un elemento della giornata. Ogni attimo fa affiorare in noi molteplici sensazioni e pensieri, che ad un’attenta osservazione sono come immagini: ricordi di eventi ed esperienze oppure anche immagini dal mondo delle nostre idee. Ciò che l’attimo irradia ad ogni uomo corrisponde a quanto egli oggi deve riconoscere e sistemare. Ognuno di noi ha un diverso stato di coscienza e in modo corrispondente ad esso il giorno gli viene incontro, con sensazioni e pensieri che, in base alla sua coscienza egli può riconoscere e comprendere. Ognuno di noi può comprendere il linguaggio degli attimi, cioè le componenti della giornata: i secondi, i minuti e le ore, poiché questi sono le riproduzioni delle sue produzioni. Le componenti della giornata si rivolgono ad ogni individuo in modo diverso, a seconda delle sue produzioni. Il computer stesso ripresenta all’uomo tutto ciò ch’egli ha immesso in questa reincarnazione e in quelle precedenti, e che non ha ancora sistemato. Sono tutte le nostre mancanze nei confronti della legge eterna: le nostre sensazioni, pensieri e parole negative, il nostro comportamento negativo, le nostre passioni, i nostri istinti, o i nostri desideri umani eccessivi. Potrebbero anche essere i legami col nostro prossimo, al quale per esempio abbiamo tolto la libertà, imponendogli le nostre opinioni.

Tutto ciò che l’ anima e l’uomo non hanno sistemato viene portato alla luce dal computer causale sotto forma di effetto; il computer quindi parla ad ognuno di noi nella nostra lingua. Ognuno di noi può sentire le sue memorizzazioni nella propria lingua e vedere in immagini ciò che ha emesso, poiché si tratta delle sue stesse produzioni. Noi però le possiamo percepire solamente vivendo nell’attimo, anzi, vivendo l’attimo stesso. Molti uomini tuttavia non colgono gli attimi della giornata e quindi non riconoscono nemmeno il linguaggio delle loro stesse produzioni; si lasciano spingere da forze che non corrispondono alla loro forza vitale. Per questo motivo essi vengono ”manovrati”, lasciandosi usare da diverse energie e forze, da anime e campi di energia."

Le nostre forme pensiero

"Se non viviamo all'erta e coscienti nella giornata e in tutto ciò che ci capita, bensì fuori dal presente - cioè nel passato o nel futuro - sprechiamo la nostra vita e perdiamo sempre più energia fisica. Scorre a noi solo quel certo quantitativo di forza divina che occorre per mantenere in vita il corpo. Il resto, cioè tutte le altre energie, le prendiamo o dai nostri simili, legandoli a noi come schiavi, rendendoli succubi e portandoli a fare la nostra volontà, o le prendiamo da vizi vari, come eccesso di cibo, il bere o una sessualità esagerata. Queste energie supplementari, tuttavia, non sono pure, ma sono energie trasformate ad un livello inferiore e compensano solo in apparenza la mancanza di energia. Ogni vizio denota una carenza dell' anima. Siccome l' anima e l'uomo hanno troppo poca energia vitale, se la procurano tramite questi vizi. Quando c'è una tale mancanza di energia, sia l' anima che l'uomo ristagnano nel loro sviluppo spirituale. In molti casi, poi, l' anima si ribella, per dimostrare all'uomo che deve rimuovere la carenza che lo ha condotto agli eccessi ed ai vizi. Gli elementi della giornata, gli attimi, aiutano in questo senso. Chi non osserva le molte indicazioni ed ammonimenti che gli vengono dati, anno dopo anno negli innumerevoli attimi della giornata, aggiunge ulteriormente delle forme-pensiero a ciò che l' anima già porta in sè.

Chi, quindi, ristagna per anni e decenni, pensando in continuazione, giorno dopo giorno, cose uguali o simili, crea una o più forme-pensiero a sua immagine e somiglianza pronte per essere richiamate. Se riflettiamo sempre sul nostro passato, ne parliamo, lo citiamo facendo rivivere le sue immagini nel presente, creiamo delle forme-pensiero del passato. Se persistiamo per anni nel litigio con il nostro prossimo e parliamo sempre della causa che ha provocato il litigio e lo facciamo rivivere nelle nostre sensazioni e nei nostri pensieri, creiamo, in questo modo, una forma-pensiero. Se per anni sottovalutiamo uno dei nostri simili - se, cioè, non troviamo assolutamente nulla di buono in lui - creiamo, con ciò, una forma-pensiero. Se cerchiamo con tutti i modi possibili a nostra disposizione, anche non corretti, di mettere qualcuno in cattiva luce, creiamo, con ciò, una o più forme-pensiero. Se calunniamo, disprezziamo e scherniamo qualcuno o lo lasciamo completamente in balia di altri, creiamo, con ciò, una o più forme-pensiero. Se ci creiamo col pensiero immagini del futuro - di qualunque tipo esse siano - creiamo, anche in questo modo, delle forme-pensiero. Se una persona, per anni e decenni, riflette o parla in continuazione di cose uguali o simili, oppure ripete sempre le stesse cose, crea, con ciò, delle forme-pensiero corrispondenti.

Chi, quindi, per anni non vive nell'attimo, non solo è "fuori di sè", ma crea anche delle forme-pensiero invisibili al di fuori di lui. Dovunque vanno le nostre sensazioni, pensieri, desideri e passioni, là c'è una parte della nostra coscienza, là costruiamo delle figure invisibili del nostro ego umano. Annotiamocelo: tutto è energia. Per cui ogni sensazione, ogni pensiero, ogni parola, ogni azione, ogni movimento, ogni passione, ogni istinto, ogni vizio è energia. Siccome nessuna energia va perduta, deve ben trovarsi da qualche parte. Come sappiamo, le nostre energie positive - il nostro sentire, pensare, parlare ed agire divino - entrano nell' anima e nel potente computer universale, Dio. Attraverso l' anima, le irradiamo nel corpo ed esse procurano in noi salute, pace e felicità. Questi doni della vita interiore li portiamo poi nel mondo e contribuiamo, con ciò, affinché altri uomini raggiungano la pace interiore e l'altruismo. Anche le nostre energie negative entrano nell' anima. Esse vengono registrate nel computer causale. Se noi, per anni e decenni, non prestiamo attenzione agli elementi della giornata, agli attimi - cioè ai loro innumerevoli impulsi a cambiare modo di pensare e osservare le leggi divine - creiamo ulteriori forme-pensiero.

Queste, in fondo, non sono altro che una nostra "copia", sono, cioè, noi stessi, perchè si formano dal negativo che noi emaniamo. Potremmo definire le forme-pensiero derivanti da aspetti simili o identici a quelli del nostro ego umano anche i nostri campi di pensiero. Potremmo paragonare le forme-pensiero anche a degli esseri invisibili, nebulosi, costituenti le immagini delle nostre rispondenze, a cui noi conferiamo impulsi e forza di agire ripetendo continuamente gli stessi o simili pensieri. Quando poi pensiamo cose simili o uguali a quelle con cui abbiamo costruito le nostre forme-pensiero, diamo loro il segnale di venire da noi e di agire su di noi. Quindi siamo noi stessi che scateniamo, attraverso il nostro comportamento umano, i nostri "sosia", cioè le nostre forme-pensiero, il nostro ego che ha preso forma. Piombano su di noi come dei robot, ci influenzano e ci stimolano a ripetere quelle cose con cui le abbiamo costruite, cioè quello che noi siamo. Ci stimolano a pensare di nuovo o a ripetere cose simili o uguali. Queste forme-pensiero, da noi create, si sono formate con le forze della nostra anima e del nostro corpo. E ciò significa che più forme-pensiero creiamo, più perdiamo forza, perchè le nostre forme-pensiero non ci conferiscono nessuna forza, anzi, proprio il contrario: esigono sempre più forza da noi, perché mirano a farci sentire, pensare, parlare o fare sempre cose negative simili o uguali."

Fonte: altrogiornale forum

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