martedì 31 marzo 2009

Introduzione alla "Scuola di Ascensione Globale" di Dani

Dani è un amico online, più precisamente è quel ragazzo che ha fondato la SDAG (Scuola di Ascensione Globale). Il sito di riferimento ad oggi è ascensione.com

Riporto qui sotto l'introduzione della Scuola di Dani fatta da Gianfranco Venturi, tratta dal sito stazioneceleste.it

Introduzione alla SCUOLA DI ASCENSIONE GLOBALE
di Gianfranco Venturi - 21/02/2004

Credo che pochissime persone conoscano il vero significato dell’Ascensione Globale e sono coloro che seguono personalmente la Scuola di Ascensione Globale fondata da Dani a Settembre 2002 con la creazione del sito www.sdag.info .

Dani è un ragazzo di 25 anni che è in collegamento olografico con la sua anima e con altre anime tra le quali: Madre Terra, Gesù, Metatron e il Gran Sole Centrale.

Tutte le informazioni riportate, in questo ed in altri articoli, sono una mia elaborazione ed interpretazione del materiale del sito suddetto.

In vari testi filosofici e religiosi si parla di ascensione e di vari Maestri ascesi. Fra questi si citano Buddha, Rama, Yogananda, Djwal Khul e Ueshiba (fondatore dell'Aikido). Ma che differenza c’è tra l’Ascensione Globale e le ascensioni di cui si è parlato nel passato?

Anzitutto l’Ascensione Globale è stata ancorata da Dio sulla Terra solo recentemente (Dicembre 2002). L’Ascensione Globale è basata sull’energia magnetica pura che costituisce l’essenza del Regno di Dio. Fino a questa data le ascensioni avvenute sulla Terra hanno avuto uno stampo energetico distorto, cioè non sono avvenute sulla base dell’energia magnetica pura, ma in base a stampi energetici più o meno distorti: energia elettromagnetica ed energia elettrica.

L'idea di un'ascensione attraverso un corpo sempre più eterico in 4° e 5° dimensione ora non è più valida. Tale tipo di ascensione è quella tipica del periodo di espansione dello spazio-tempo, ma ora che è iniziata la contrazione dello spazio-tempo per forza di cose la situazione cambia.

Le forme di ascensione precedenti (elettrica ed elettromagnetica) sono per loro natura incomplete, perché si può ascendere in modo completo soltanto una volta che lo spazio-tempo si è espanso in modo completo. Solo allora si possono avere tutte le informazioni necessarie. Un pensiero, per essere trasceso in modo completo, deve essere sperimentato nel punto più basso e distorto, e solo da qui può poi ascendere in modo completo.

Abbiamo detto in passato che non vi possono essere passaggi dimensionali a livello fisico. Ciò che una forma fisica può fare è ascendere in modo incompleto bruciando la propria forma fisica e vivere solo nell'eterico. Questo è ciò che è successo molte volte in passato e che veniva scambiato per una corretta ascensione. La vera ascensione fisica, come già detto, consiste in un aumento vibrazionale della forma senza però lasciare il piano di realtà fisico in cui si vive. E’ la Resurrezione biologica cellulare del proprio corpo fisico.

L’ascensione puramente eterica è possibile solo rubando energia altrui, dato che le entità non hanno l'essenza divina (il corpo di luce) che permette loro di ascendere attraverso l'utilizzo della volontà.

La differenza fondamentale tra un'ascensione completa e pura ed una non completa (quella che tutti coloro che sono ascesi in passato hanno seguito) è che nell'ascensione completa e pura non si lascia il piano fisico una volta che si raggiungono le vibrazioni di una dimensione superiore, ma si rimane nel piano fisico, sebbene con vibrazioni di dimensioni superiori. La vera Ascensione completa in questo spazio-tempo avviene sia a livello fisico sia a livello eterico. Un'ascensione solo eterica è incompleta.

L'ascensione incompleta dal piano fisico ai piani più sottili (di natura elettromagnetica) crea una variazione della densità delle particelle della forma fisica fino a farla diventare sempre più eterica e, ad un certo punto, renderla pronta per il passaggio su piani più elevati.

La vera Vita è solo sul piano fisico ed esiste un solo piano fisico in un determinato momento. Tutti gli altri sono piani eterici. L'unico vero piano di Vita è quello in cui noi viviamo, e quindi per ascendere ed evolvere veramente dobbiamo rimanere qui, non andare da altre parti.

I cosiddetti Maestri del passato sono ascesi lasciando morire o bruciare i propri corpi fisici. E perciò la loro ascensione è stata incompleta. Essi hanno conservato solo i loro corpi eterici. Ora tutti i Maestri ascesi del passato si sono reincarnati per fare un’Ascensione Globale, cioè basata sull’energia magnetica pura.

Essi raggiunsero la vibrazione di 4° o di 5° dimensione prelevando inconsciamente molta energia da altre persone con le quali avevano attaccamenti karmici. Non ne erano consapevoli, ma ciò che fecero fu in sostanza rubare energia altrui. Queste manipolazioni inconsce sono abituali anche oggigiorno ed avvengono sui piani eterici, dei quali siamo poco o nulla consapevoli.

La fase di espansione dello spazio-tempo è terminata a Dicembre 2002. Da quella data è iniziata la fase di contrazione o ascensione dello spazio-tempo. Tutte le ascensioni passate, quindi, sono state più o meno incomplete, non tanto per incapacità quanto per mancanza di informazioni.

Lo scopo principale dell’Ascensione Globale è la resurrezione della forma fisica che alla fine dell’ascensione ridiventa immortale com’era all’origine. Infatti Dio creò i suoi figli a sua immagine e somiglianza e, quindi, anche immortali nella forma. Adamo ed Eva con tutta la loro discendenza erano immortali fino al momento della caduta di coscienza.

Ascendere significa in realtà guarire. Ma guarire da cosa? Guarire da tutte le forme-pensiero limitanti che ognuno di noi ha dentro di sé. Ed incorporare, poi, le forme-pensiero che si basano sull' Amore puro.

Qualsiasi tipo di malattia, di dolore, di problema fisico, emotivo o psichico è dovuto alla presenza di forme-pensiero che si basano sull'Amore distorto, che sempre Amore è, ma non è Amore puro. In sostanza, le forme-pensiero limitanti sono quelle che si basano sulle energie elettromagnetica, elettrica e radioattiva. Ed il problema in causa può essere sia nella materia che nell'antimateria (etere, spazio interstiziale) della forma.

Con la caduta di coscienza, l’impronta energetica magnetica pura si è venuta sempre più distorcendo creando prima l’energia elettromagnetica, successivamente l’energia elettrica ed infine l’energia radioattiva.

Progressivamente con la caduta si è ridotta sempre più anche la durata della vita fisica. 200.000 anni fa, quando fu seminata la prima razza umana sulla Terra dai Siriani, un essere umano poteva ancora vivere per 2000 anni.

Quando gli esseri umani erano immortali, avevano un livello di consapevolezza pari a 3.000.000.000. Questo numero esprime le coppie di basi azotate attive del DNA. I primi esseri umani della Terra (200.000 anni fa) avevano un livello di consapevolezza pari a 36.000, valore molto inferiore a quello originale. E tuttavia vivevano in media 2000 anni.

Oggi la stragrande maggioranza degli esseri umani si trova ad avere solo 2 coppie di basi azotate attive. Di conseguenza la durata media della vita si è ridotta in media tra 60 e 90 anni.

Già gli esseri umani che vissero nel periodo di Atlantide (100.000 – 40.000 anni fa) avevano ridotto la durata media della loro vita a circa 800 – 900 anni. La stessa Bibbia cita alcuni personaggi tra cui Noè che visse circa 900 anni.

Inoltre, l’Ascensione Globale conserva la densità e il volume della forma, mentre l’ascensione elettromagnetica aumenta il volume ed il peso della forma. L’ascensione elettromagnetica di Mila ed Oa (direttori della Spiritual School Of Ascension) di qualche anno fa a 36.000 (livello del Tao) ha consentito tuttavia l’ancoraggio sulla Terra dell’Energia Magnetica pura, ossia della Consapevolezza pura di Dio/Dea.

Ancora oggi molte persone stanno facendo l’ascensione elettromagnetica perché sono convinte che sia quella giusta. Ma, prima o poi dovranno fare l’Ascensione Globale magnetica se vorranno ascendere veramente.

Ora è la Madre Terra che conduce la danza e fa da traino per l’Ascensione Globale. Essa si trova più avanti rispetto all’Umanità.

Quello attuale è un periodo di intensa purificazione sia per la Terra che per l’Umanità. Tutto il karma, accumulato in tanti millenni, deve essere rilasciato. Il clima “impazzito” è uno dei sintomi dell’ascensione della Terra; la temperatura aumenterà sempre di più, come pure le notevoli escursioni termiche: caldo d’estate e freddo d’inverno. Anche il karma umano, sia individuale che collettivo, sta emergendo pienamente affinché ogni essere umano riconosca ciò che deve rilasciare ed integrare.

Per guidare direttamente l’Ascensione Globale, Dio e Dea si sono incarnati ora sulla Terra. Solo Dio nella sua perfezione, onnipotenza ed onniscienza può guidare gli esseri umani e l’intero spazio-tempo verso la perfezione. Nessun altro essere imperfetto in tutto il creato potrebbe svolgere un simile compito.

Dio Padre e Dea Madre desiderano vivere in mezzo ai loro figli come veri amici e fratelli. Dio non desidera essere venerato o messo sul piedistallo, poiché Egli non vuole dei figli sottomessi o dipendenti. Dio vuole che i suoi figli crescano autonomamente, per propria libera scelta e con il proprio impegno. A tutti gli esseri umani è data la possibilità di ascendere, ma ciascuno lo deve volere liberamente.

Per ascendere basta l’intento di ascendere che attiva la volontà. E la volontà è il potere creativo dell’essere umano. Tutti sappiamo che la volontà è alla base della nostra crescita sociale più pratica, di un nostro crescere esteriore (comportamento), allo stesso modo ed ancor più la volontà è alla base della nostra crescita spirituale, cioè interiore.

Dio non obbliga nessuno ad ascendere, poiché rispetta il libero arbitrio che ci ha donato insieme al potere di creare la nostra realtà.

Dio ha creato un sistema meritocratico in cui chi si impegna di più merita di raggiungere vette evolutive sempre più elevate. Colui che ascende veramente si impegna a rilasciare progressivamente tutto il suo karma e ad integrare le polarità. E’ un lavoro duro su se stessi per eliminare le forme-pensiero limitanti e per far emergere l’Amore vero. L’Ascensione non è fatta per i pigri mentali che non vogliono usare la loro testa.

Dio ci sta svelando la Verità assoluta (come aveva promesso Gesù 2000 anni fa) e coloro che cercano la Verità hanno la possibilità - leggendo, assimilando e mettendo in pratica il materiale del sito www.sdag.info - di accrescere la propria Consapevolezza che altro non è che la comprensione della realtà. La consapevolezza è sinonimo di energia, di vibrazione ed è direttamente correlata con il numero di coppie di basi azotate attive del DNA. Il numero di queste rappresenta il livello di ascensione.

Aumentando il numero di coppie di basi azotate attive del DNA, aumenta il numero delle cellule che diventano cristalline. Le cellule cristalline sono quelle cellule eucariotiche sessuate che si auto-rigenerano. Man mano che aumenta il numero di cellule cristalline migliora la nostra salute, scompare la malattia, rallenta l’invecchiamento, la pelle diventa sempre più fresca e bella, cresce in noi la serenità, la pace interiore, il distacco dalle cose esteriori in conflitto; cresce la luce che emaniamo, il nostro autentico potere, la nostra libertà, la nostra intelligenza. In altre parole cresce in noi la saggezza e la sapienza. In sostanza, il nostro comportamento è sempre più improntato all’Amore puro e alla vera Amicizia.

Poiché ascendere vuol dire anche integrare le polarità, comprese il femminile ed il maschile, accadrà che ad un certo livello di ascensione attireremo a noi la nostra anima gemella con la quale vivremo felici e nel vero amore per l’eternità nel nuovo Regno di Dio sulla Terra.

Partendo dall’attuale infimo livello di coscienza dell’umanità (di sole 2 coppie di basi azotate attive di DNA), si sale con l’ascensione fino al livello massimo 3.000.000.000 (che determina la Perfezione e l’immortalità della forma), attraverso traguardi intermedi: 3000 (Iniziato); 6000 (Bodhisattva); 15.000 (Mahavisnhu); 36.000 (Piena Coscienza di 3° DM o livello del Tao); 200.000 (livello dell’UNO); 1.000.000 (Vero amico di Dio); 5.000.000 (ingresso in 4° DM); 25.000.000 (ingresso in 5° DM – si è trasceso l’intero karma del creato); 100.000.000 (ingresso in 25° DM).

Chi raggiungerà il livello 3.000.000.000 meriterà di vivere in eterno insieme a Dio/Dea nel nuovo Regno di Dio sulla Terra.

Al di sotto del livello 3000, l’essere umano è generalmente sradicato da Madre Terra e scollegato dalla propria anima. E ciò lo rende esposto a manipolazioni eteriche da parte di varie entità che gli succhiano energia. Superato il livello 3000, si incorpora automaticamente l’ologramma divino puro che consente di ascendere in modo illimitato.

Inoltre, dopo il livello 3000 entriamo sempre più in collegamento con la nostra Sorgente (Anima) dalla quale veniamo guidati direttamente. Il livello 3.000.000.000 rappresenta la Consapevolezza del Regno di Dio. Quando tutti gli esseri umani che ascendono avranno raggiunto il livello 3.000.000.000, allora il Regno di Dio sarà sceso sulla Terra.

I suddetti traguardi sembrano a prima vista irraggiungibili. Ma Dio ci dice che se uno vuole veramente ascendere questi traguardi si possono raggiungere in questa vita, poiché l’ascensione è esponenziale e man mano che ascendiamo la durata della nostra vita si allunga e l’invecchiamento rallenta fino ad attivare il processo di ringiovanimento.

La via che porta a Dio è una via molto stretta e che solo le persone forti, determinate, coraggiose e che sanno rischiare possono affrontare.

La strada che porta a Dio ha una fine. Ma per raggiungere tale meta non bisogna mollare mai. Il costante desiderio di crescere di giorno in giorno è il segreto che ci porta ad essere determinati e coraggiosi nell'affrontare la nostra personale ascensione a Dio. E, a differenza di quanto si pensa, tale ascensione avviene rimanendo nel nostro corpo. Non bisogna andare molto lontano per trovare Dio, perché Dio ora è qui sulla Terra. E' venuto per portare qui il Regno di Dio, come suo figlio Gesù annunciò al mondo 2000 anni fa.

Se Dio quindi si è veramente incarnato sul nostro bel pianeta, di certo lo ha fatto nel modo meno prevedibile possibile. Solo in tal modo, d'altra parte, avrebbe potuto assicurarsi che nessuno lo riconoscesse per come e dove si è manifestato, bensì solo perché la nostra Anima attraverso il cuore ce lo ha fatto capire. E questo è ciò che interessa a Dio, avere vicino persone che lo riconoscono perché è il cuore a dirglielo, e non l'illusoria apparenza...

Siamo tutti infinitesime parti di Dio ed è per questo che abbiamo già una base di partenza che ci attrae a Lui, perché tutto ciò che noi siamo lo abbiamo in comune con lui. Ciò che ognuno di noi è, di certo lo è anche Dio, perché Dio è tutto! Vi è però una differenza fondamentale da come noi esprimiamo la nostra essenza divina e come Dio esprime la sua infinitezza che comprende anche la nostra essenza.

Ad esempio l'aggressività, l'arroganza, l'invidia, la paura, la vanità e tutte le altre caratteristiche umane che vengono generalmente considerate negative fanno parte anche della personalità di Dio. La differenza è però che Dio, comprendendo in sé anche tutte quelle positive, bilancia tali aspetti negativi con quelli positivi. Allo stesso modo Dio è allegro, ama ridere, è il massimo dell'umanità che possa esistere, ed ha tutte le caratteristiche che noi umani consideriamo positive. E' anche infinitamente intelligente e furbo.

Ma tutte queste caratteristiche, positive e negative, sono in Lui bilanciate in modo perfetto e quindi è una persona che difficilmente viene notata dalla massa, in quanto è l'emblema della Normalità, ossia della Neutralità. E' talmente normale come persona che è praticamente impossibile riconoscere chi è veramente. A meno che non sia il nostro Cuore a dircelo. Ed allora significa che siamo pronti a saperlo e che abbiamo raggiunto la nostra mèta, e che non abbiamo mai abbandonato il desiderio di conoscere Dio...

Quella che dobbiamo affrontare ora è una sorta di "caccia al Tesoro" dal nostro punto di vista, ma dal punto di vista di Dio è un "gioco a nascondino". Dio infatti si sta divertendo un mondo a nascondersi e a farsi conoscere per chi è veramente solo a chi è pronto a saperlo. E' un giocherellone ed ama ridere e scherzare, sempre.

Ma come stabilisce Dio chi è pronto e chi no? Lo stabilisce in base al desiderio che abbiamo di crescere, di ascendere e di avvicinarci e riunirci a Dio, la Fonte di Tutto Ciò che E'. E la realtà è che tutto dipende solo da noi. Dio ha creato una realtà in cui il simile attira il simile e perciò non è lui a scegliere noi, ma siamo noi a scegliere di stare vicino a lui. Maggiore è il nostro desiderio di essere Uno con Dio, di stargli vicino, e maggiore è la probabilità che verremo attratti a Lui.

Fonte stazioneceleste.it

lunedì 30 marzo 2009

Il "Filo d'Oro" documentario

Interessante documentario di paragone tra Ebraismo, Cristianesimo e Islam.
Video chiari, di interesse culturale.
Suggerisce la giusta riflessione sulle concomitanze (tracce di un percorso di verità) ed assurdità (tracce di deviazioni) tra le diverse religioni.

Tratti dal canale youtube di kappaorg
Sette video in sequenza.
Buona visione.













domenica 29 marzo 2009

Omega su realtà e testi sacri

Omega è un amico online, leggo e discuto con lui nel forum di altrogiornale.org
Non descriverò Omega, sarebbe inopportuno e sicuramente riduttivo....

Riporto volentieri giusto un suo intervento di oggi inforum perchè mi è piaciuto molto, per non perderlo.
Qui la dice chiara Omega, la Sua, e per me meditarci è un piacere.....


[........]
Va bene, potrei spiegarlo io, se le parole hanno ancora un senso. ^__^ Se vai in un Cinema, ti chiedono il biglietto.

Avendo il biglietto però... se tu non entri nell'edificio materialmente ( non basta immaginare nella nostra mente di fare quello che andrebbe fatto tangibilmente ), lo spettacolo non lo vedi comunque - nonostante il biglietto, posseduto/ adorato (metafora).

C'è chi non entra - e nemmeno ha il biglietto; è lontano.

Ma anche se tu entri ed hai il biglietto, se poi dormi durante la proiezione di una Fiction, non vedi niente, nonostante ti trovassi al posto giusto nel momento giusto, con la Porta spalancata (anche troppo).

Se entri - ed hai il biglietto - e non dormi, vedi "un qualcosa", quello che osservi sullo schermo non è la verità ma rappresenta ("sostituisce") qualcos'altro (da identificare). Se non ti piace il film che vedi poiché non sai interpretarlo secondo l'Archetipo del Regista, resti insoddisfatto dello spettacolo (che hai pure pagato).

Per fare l'Esperienza "di tipo spirituale" occorre sincronizzare "infiniti" componenti nello stesso "istante" esistenziale: avere il biglietto, entrare, non dormire, essere aperti alle novità, cercare di comprendere il senso (profondo) della storia di turno (la quale non è vincolante), non distrarsi dalla mente; vedere o intuire cosa volevano dire o dirti girando quel determinato film etc.

Se riesci a coordinare e guidare il tutto (il tuo Essere che è Uno), non hai perso il tuo tempo nel Cinema, anche se il film fosse mediocre dal punto di vista tecnico e narrativo; invece se non riesci a seguire il filo conduttore "imposto" dagli Autori non hai potuto Essere, ma solo avere perché ha contraddetto Colui che E'...

Hai posseduto il biglietto che apre la Porta interiore della Verità, ma non hai Conosciuto questa verità poiché essa non è né il biglietto, né l'edificio, né lo schermo e nemmeno quanto vi è stato proiettato - tutto ciò serve per mettere in moto (come catalizzatore "Alchemico") quanto è scritto nel nostro DNA, un naturale processo di risveglio progressivo della Coscienza superiore che bisogna (ri)attivare per "vedere" la Realtà che ci sfugge.

I testi sacri se non manipolati e quando sono al passo coi tempi, possono fungere da Cinema dell'esempio, dove tu osservi una storia narrata, il biglietto è paragonabile al "cuore" (Volontà), "entrare" rappresenta la Coscienza (vuol dire entrare dentro di noi senza identificarsi né con la mente né con il Corpo, ma cercare di Essere tutt'Uno, la Percezione Diretta), "non dormire" e "non essere distratti" significa bypassare ossia elaborare, sistemare e trascendere il pensiero convenzionale non ascoltare la (dis)educazione dogmatica ricevuta, i tabù e l'abitudine di ripetere l'Errore di pensare al passato o al futuro; "comprendere la storia" vuol dire trovare il nesso tra l'apparente e reale che solitamente viene nascosto;

La verità è dentro di noi, un libro, un film, l'incontro con un maestro, amico, "nemico" o chiunque altro serve solamente come promemoria per ricordarci quello che siamo sempre stati senza saperlo - senza questa Consapevolezza al di là della "persona", la maschera sociale che l'umano indossa per nascondere la sua Paura del domani perché non Sa di Essere oggi.

Se un testo è falso non è necessariamente da buttare via, anche perché le Perle non possiamo gettarle ai porci, dunqe a seconda del LIVELLO di ognuno di noi e le capacità naturali (mentali, spirituali, genetiche) che abbiamo, possiamo progredire ANCHE in presenza delle scritture false, se queste, per caso, stanno su un gradino superiore a dove ci troviamo noi attualmente.

Ma nello stesso tempo un libro falso è potenzialmente pericoloso per chi si trova su di un gradino anche di poco superiore all'insegnamento che ha incontrato e se costui non sa apprendere lezioni dalla realtà circostante semplicemente osservando quanto accade dentro e fuori di lui (di conseguenza, anche nei Libri) con un minimo di accortezza, perspicacia e senso di Giustizia (Equilibrio tra elementi).

Chi guarda senza vedere, chi ascolta senza udire, è vana la sua Ricerca della verità e la fede in questo o quel Profeta, Maestro, Scrittura o dottrina.

Il "gioco del vero e del falso", consiste nel capire l'importanza del nostro discernimento. Non è un libro che ci salva ma un Percorso interiore che possiamo seguire (ovvero fare Esperienza) anche senza alcun libro e aiuto esterno.

I Libri, Messaggi e Profeti (quelli veri) hanno però una grande utilità, ovvero quella di essere un tramite tra quello che Sappiamo e ricordiamo di Essere e quanto ancora non sappiamo di (non)sapere.

Un Profeta che porta le parole del Padre Celeste all'Umanità (che sia Dio, Dèi o extraterrestri) ha importanza in quanto sono dettagli difficilmente accessibili alla mente umana addormentata e non "allenata a capire" autonomamente - anche se si tratta di informazioni da sempre presenti nell'Essere umano e comprensibili anche razionalmente.

Ma questi "dettagli" non sono la "struttura" e l'Essenza, non hanno alcun valore né possono sussistere e sopravvivere da soli - essi sono vivificati dalla nostra disponibilità, apertura, compassione, comprensione, Amore, Giustizia.

Solo allora esiste quindi la possibilità di Conoscere la Verità superiore (o "totale", seppur relativa), quando si congiunge la ricerca interiore (Conoscenza di Sé) con l'Unità (armonizzazione) con il resto dell'Infinito ( Meditazione); la nostra Esperienza con l'Esperienza del creatore o dei creatori, la comunicazione tra il Cielo e Terra (attraverso la "preghiera" o Telepatia).

Non capire il gioco dei contrari e paradossi (tutto può essere vero e falso a seconda del contesto - quindi non conta cosa noi leggiamo ma CHI legge) significa restare servi del verbo, delle parole morte, vecchie e obsolete impossibili da mettere in pratica perché incomprensibili, si resta dipendenti dalle imposizioni e ordini invece di manifestare il Verbo Vivente attraverso il nostro Essere stesso secondo la Coscienza che non esiste senza la Scelta e Libertà.
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Fonte altrogiornale.org

venerdì 27 marzo 2009

Introduzione alla Bhagavad Gita di Beatrice Polidori

INTRODUZIONE di Beatrice Polidori

"Bhagavad gita" significa "Il canto del beato". Si tratta di un antico poema indiano, che narra del dialogo tra il principe-guerriero Arjuna e il Dio Krishna sul campo di battaglia di Kuruksetra. L'antefatto, narrato nel Mahabaratha, è quello di una faida famigliare che porta Arjuna e i suoi fratelli ad essere defraudati del proprio regno. Al momento della guerra, Arjuna sceglie di allearsi a Krishna, che gli si offre come auriga. Ma di fronte alla propria famiglia schierata per la battaglia, Arjuna è assalito dal dubbio... Il dialogo tra il principe e il Dio è la summa della più antica tradizione filosofica indiana. In esso sono illustrati i diversi cammini, le regole dell'agire spirituale, il fervore del mistico, la disciplina dell'asceta - perché in tutti è il seme della verità, come infinti sono i volti di Dio.

La Bhagavad Gita, o il Canto (Gita) del Beato (Bhagavan), nota anche in forma abbreviata come Gita, o con il titolo esteso di Shrimad-bhagavadgitah Upanisadah, si trova ne VI libro del Mahabharata, la grande epopea indiana. Essa forma un episodio della gigantesca opera che racconta la storia di una guerra dinastica avvenuta in tempi remoti nell'India settentrionale, tra due rami della stirpe regnante di Hastinapura, i Pandava, legittimi sovrani, e i Kaurava usurpatori.
Questo poema ha come protagonisti uno dei contendenti, Arjuna, della famiglia dei Pandava, e Krishna, nobiluomo di un regno confinante, amico di entrambi i rivali e della sua alleanza con Arjuna. Krishna, imparziale, secondo i desideri espressi dai due principi, offre il suo esercito al capo dei ribelli nemici e si affianca personalmente ad Arjuna come auriga del suo carro nella battaglia. Mentre gli eserciti si schierano e iniziano il rituale che precede lo scontro, Arjuna si fa portare dall'auriga Krishna in mezzo alle due armate per osservarle. Qui, alla vista di amici, parenti e maestri che attendono la morte in battaglia, dichiara a Krishna di voler desistere dalla guerra, in preda all'emozione e al timore di sovvertire l'ordine etico. Di fronte alla disperazione di Arjuna, Krishna si rivela come la personificazione (Avatara) di Visnu, in sembianze umane, e dopo che il principe si è dichiarato suo discepolo, inizia una compiuta esposizione della dottrina realizzativa, allo scopo di offrire all'uomo la conoscenza del giusto agire e della liberazione, nel compimento del proprio dovere terreno.

Questa opera celeberrima ha il pregio di riassumere i contenuti sapienziali della Sruti attraverso le istanze dell'uomo "di mondo", impersonato dal principe guerriero, alle prese con dilemmi etici e spirituali che continuano a riflettere le richieste esistenziali degli uomini di ogni epoca.

L'interlocutore divino, Krishna, è uno dei molteplici aspetti di Dio o dell'Assoluto che "prende corpo", o sembianza, come Avatara per illuminare e riportare alla corretta comprensione gli uomini desiderosi di Conoscenza. La manifestazione di una Incarnazione (Avatara) di Dio si mostra allo scopo di attualizzare la verità delle Scritture e offrire occasione di riconoscimento della Realtà, non solo attraverso la speculazione filosofica pura, che può essere inaccessibile a molti, ma anche mediante pratiche yogiche o devozionali che assecondano le predisposizioni individuali. Tale insegnamento si realizza nella Conoscenza, non prevede tecnicismi e osservanze, e punta direttamente a fare dell'esperienza uno strumento di elevazione della coscienza.

Sebbene il testo sia stato oggetto di svariate interpretazioni, l'intento non è quello di stabilire un culto teistico, tanto meno una setta o una scuola particolari. La divinità che si manifesta ad Arjuna dichiara, come nel dettato upanisadico, la superiorità della Conoscenza del Sé su tutte le discipline e le pratiche ascetiche o devozionali, Conoscenza che si verifica mediante la Devozione, il Servizio impersonale o la Ricerca pura, senza preferenze: «33. O vincitore dei nemici, il sacrificio nella conoscenza è superiore al sacrificio dei beni materiali poiché tutte le azioni hanno il loro compimento nella conoscenza, o figlio di Pritha.
34. Cerca di conoscere la verità avvicinando un maestro spirituale, ponigli delle domande con sottomissione e servilo. L'anima realizzata può rivelarti la conoscenza perché ha visto la verità.
35. E quando avrai appreso la verità da un'anima realizzata non cadrai mai più nell'illusione perché capirai che tutti gli esseri sono parte del Supremo o, in altre parole, Mi appartengono.
36. Anche se tu fossi il peggiore dei peccatori, una volta salito sul vascello della conoscenza supererai l'oceano della sofferenza.
37. Simile al fuoco ardente che riduce il legno in cenere, o Arjuna, il fuoco della conoscenza riduce in cenere tutte le azioni.
38. In questo mondo, niente è così puro e sublime come la conoscenza. Colui che è diventato maturo nella pratica dello yoga, a suo tempo, trova in se stesso questa conoscenza.» (IV, 33 -38)
Sebbene Dio si mostri, in un concerto di epifanie, nelle svariate forme in cui l'immaginario religioso ha concepito la Sua figura, lo fa per per rivelarsi infine "a due braccia", nella forma di uomo: « 51. Vedendo Krishna nella Sua forma originale, Arjuna disse: Guardando questa forma dall'aspetto umano, così meravigliosamente bella, la mia mente si placa e io ritorno alla mia normale natura.
52. Il Signore Beato disse: Questa Mia forma, che tu ora contempli, è molto difficile da vedere, Mio caro Arjuna. Perfino gli esseri celesti aspirano continuamente a contemplarla
53. La forma che vedi con i tuoi occhi spirituali non può essere compresa né con lo studio dei Veda, né con le severe ascesi, né con gli atti caritatevoli, né con l'adorazione rituale. Nessuno, per queste vie, Mi vedrà così come sono.
54. Mio caro Arjuna, soltanto per mezzo di un incrollabile amore Mi si può conoscere cosi come sono, in piedi di fronte a te, e Mi si può vedere direttamente. Solo cosi si può penetrare il mistero della Mia Persona.
55. Mio caro Arjuna, colui che agisce per Me, guardando solo Me, libero dalla contaminazione delle sue attività passate e dalla speculazione mentale, benevolo con tutti gli esseri, certamente giunge a Me. » (XI, 51-55)

I due brani citati, sebbene non possano riflettere la complessità dell'opera, suggeriscono la visione di fondo che anima il testo: la conoscenza del Supremo è la meta finale dell'esistenza umana, qualsiasi siano i mezzi utilizzati per ricercarla, questi non sono altro che semi dell'infinito Essere senza-parti, la cui conoscenza brucia ogni azione, ogni residuo karmico e la stessa necessità di qualsiasi azione. Krishna indica altresì tre vie che possono condurre gli uomini, secondo la loro indole, a realizzare la pienezza: il Karma Yoga, via dell'azione disinteressata, il Bhakti Yoga, via della pura devozione e il Jnana Yoga, via della conoscenza filosofica: «1. Arjuna disse: Tra chi Ti adora col servizio di devozione e chi dedica il culto al Brahman impersonale, al non-manifestato, chi è più perfetto?
2. Il Signore Beato disse: Colui che fissa la mente sulla Mia forma personale e, colmo di un'ardente fede spirituale, s'impegna sempre nella Mia adorazione, è unito a Me in modo perfetto.
3-4. Quanto a coloro che si votano completamente al non-manifestato, indefinito, inconcepibile ai sensi, onnipresente, fisso, immutabile, controllando i sensi, mostrandosi equanimi tutti e operando per il bene universale, certamente Mi realizzano.
5. Per coloro che hanno la mente attratta dal non-manifestato, dall'aspetto impersonale dell'Assoluto, il progresso sarà molto faticoso. Avanzare su questa via è sempre difficile per l'essere incarnato.
6-7. Per colui che Mi adora e abbandona a Me tutte le sue attività, dedicandosi esclusivamente a Me, assorto nel servizio di devozione e meditando costantemente su di Me, con la mente fissa in Me, o figlio di Pritha, Io sono il liberatore che lo sottrarrà presto all'oceano di nascite e morti.
8. Fissa la tua mente in Me e impegna in Me tutta la tua intelligenza. Così, senza dubbio, vivrai sempre in Me.
9. Mio caro Arjuna, conquistatore delle ricchezze, se non riesci a fissare in Me la tua mente senza deviare, osserva allora i principi regolatori dello yoga.
10. Se non puoi sottometterti ai principi regolatori dello yoga, cerca di dedicare a Me le tue opere, poiché agendo per Me raggiungerai la perfezione.
11. Tuttavia, se non puoi agire in questa coscienza, sforzati allora di rinunciare ai frutti delle tue azioni e diventa consapevole della natura spirituale.
12. Superiore alla conoscenza, tuttavia, è la meditazione, e superiore alla meditazione è la rinuncia ai frutti dell'azione, perché con questa rinuncia si può ottenere la pace della mente.» (XII, 1 - 12)

Ecco come Krishna, elencate le cause di condizionamento nell'errore e le modalità del loro superamento, indica l'impegno dell'aspirante: «51-53. Purificato dall'intelligenza, controllando la mente con determinazione, rinunciando agli oggetti della gratificazione dei sensi, libero dall'attaccamento e dall'avversione, l'uomo che vive in un luogo solitario, che mangia poco e controlla il corpo e la parola, che dimora sempre in contemplazione, distaccato, senza egoismo, senza vana potenza e vanagloria, senza cupidigia né collera, che non accetta le cose materiali, libero da ogni senso di possesso, sereno, quest'uomo è perfettamente elevato al livello della realizzazione spirituale.
54. Colui che raggiunge il livello trascendentale realizza subito il Brahman Supremo. Non si lamenta mai e non aspira mai a niente; si mostra uguale tutti gli esseri viventi. In questa condizione attinge alla comprensione suprema.
55. Solo attraverso l'amore devoto giunge a conoscermi come sono; e conoscendomi immediatamente entra in Me.
56. Sebbene impegnato in ogni tipo di attività, il Mio devoto, sotto la Mia protezione, raggiunge, per la Mia grazia, l'eterna e immortale dimora. » (XVIII, 51-56)

La "grazia di Dio", nominata in più passaggi del testo, che tutto detiene e determina, è argomento di interpretazioni diverse, dualiste, teistiche, ecc, ma queste visioni, dal punto di vista filosofico, dove si voglia comprendere la Realtà ultima, non possono che concordare nel dettato che maggiormente caratterizza la Gita «Abbandonare i frutti di ogni azione è ciò che i saggi chiamano rinuncia.» (XVIII, 2). Azione devozionale e rituale, azione mondana, azione dello yogi che ricerca la perfezione della conoscenza, tutto l'umano operare, raggiunto il suo scopo, si dissolve e si restituisce alla sua Origine finalmente ritrovata: l'Essere incausato, completamente libero da legami con qualsiasi azione o conoscenza:
«2. Né la moltitudine degli esseri celesti né i grandi saggi conoscono la Mia origine perché io sono la fonte, sotto ogni aspetto, degli uni come degli altri.
3. L'uomo che Mi conosce come il non-nato, Colui che è senza inizio, il sovrano di tutti i mondi, non è illuso ed è libero da tutte le colpe.
4-5. L'intelligenza, la conoscenza, la libertà dal dubbio e dall'illusione, l'indulgenza, la veridicità, il controllo di sé e la calma, le gioie e i dolori, la nascita e la morte, la paura e il coraggio, la non-violenza, l'equanimità', la soddisfazione, l'austerità', la generosità, la gloria e l'infamia, tutte queste qualità hanno origine da Me soltanto. » (X, 2-5)
La pratica della disciplina spirituale è dunque lo strumento con cui si conquista la consapevolezza che è oltre il giogo della mente e delle sue illusioni. Questa disciplina è chiamata Yoga.
«7. Chi ha conquistato la mente e ottenuto così la pace ha già raggiunto il Brahman. Per lui, la gioia e il dolore, il freddo e il caldo, l'onore e il disonore sono uguali.
8. Si dice che una persona è situata nella realizzazione spirituale ed è chiamata yogi quando è pienamente soddisfatta grazie alla conoscenza e alla realizzazione acquisita. Tale persona è situata nella Pienezza e nell'Unità e possiede il controllo di sé. Vede ogni cosa, la zolla di terra, il sasso e l'oro, con occhio equanime.
9. Tra tutti è superiore colui che vede tutti, l'onesto benefattore, l'amico e il nemico, l'invidioso, il virtuoso, il peccatore, l'indifferente e l'imparziale, con mente equanime. [...]
29. Il vero yogi vede Me in tutti gli esseri e tutti gli esseri in Me. In verità, l'anima realizzata Mi vede ovunque.
30. L'essere che Mi vede ovunque e vede tutto in Me non è mai separato da Me, come io non sono mai separato da lui.
31. Lo yogi, sapendo che io e l'Atman, situato in tutte le creature, siamo Uno, Mi adora e dimora sempre in Me.
32. Uno yogi perfetto, o Arjuna, colui che in relazione a sé stesso vede la vera uguaglianza di tutti gli esseri, felici o infelici. » (Vi,7-9 e 29-32)

Tratto da visionaire.org

mercoledì 25 marzo 2009

Capitolo I - Il Dolore di Arjuna

Capitolo I - Il Dolore di Arjuna

Il re cieco Dhritarashtra (la mente cieca) disse o chiese a Sanjaya (l'introspezione imparziale):

1. "Che cosa fecero i miei figli, le cattive, seducenti tendenze mentali e dei sensi, opposti alle pure tendenze mentali discriminative, radunatisi sulla sacra pianura del campo di battaglia della Vita (dharmakshetra) desiderosi di darsi battaglia psicologica e morale".

Sanjaya disse:

2. Allora Re Duryodhana, dopo aver visto le armate dei Pandava schierate in ordine di battaglia, si rifugiò dal suo precettore Drona, e così gli parlò:

3. "O Maestro, guarda il grande esercito dei figli di Pandu, schierato in ordine di battaglia dal figlio di Drupada, tuo discepolo di grande talento.

4. "In esso vi sono potenti eroi, grandi arcieri abili in battaglia come Bhima e Arjuna; i guerrieri veterani Yuyiidhana, Virata e Drupada;

5. "I potenti Dhristaketu, Cekitana e il re di Kashi; il fiore degli uomini, Purujit; e Kuntibhoja e Shaibya;

6. "Il forte Yudhamanyu e il prode Uttamauja; il figlio di Subhadra e i figli di Draupadi - tutti signori di grandi carri.

7. "Ascolta anche, o Fiore dei Brahmini due-volte-nati, chi sono i generali del nostro esercito che si distinguono tra noi; te li nominerò per tua conoscenza.

8. "Tu stesso e Bhishma, Karna e Kripa - i vittoriosi nelle battaglie. Aswatthama, Vikarna, il figlio di Somadatta, e Jayadratha sono tutti dalla nostra parte.

9. "E numerosi altri guerrieri, anche loro ben esperti nelle battaglie e muniti di diversi tipi di armi, sono qui presenti, pronti a sacrificare le loro vite per me.

10. "Le nostre forze protette da Bhishma sono difficili da contare, mentre il loro esercito, difeso da Bhima, è facile da contare".

Duryodhana (Re Desiderio Materiale) disse al suo precettore Drona (Abitudine Passata):

11. "Perciò tutti voi, rimanendo nei vostri rispettivi posti nei reparti dell'esercito, proteggete Bhishma".

12. Allora Bhishma, il Grande Avo, il più forte e il più anziano dei Kaurava, allo scopo di rincuorare Duryodhana suonò la sua conchiglia ruggendo forte come un leone.

13. Seguendo Bhishma, dal lato dei Kaurava ora suonarono conchiglie, grancasse, tamburi, corni e trombe, e il rumore fu tremendo.

14. Poi anche Madhava (Krishna) e il Pandava (Arjuna), stando sul loro grande carro tirato da cavalli bianchi, suonarono splendidamente le loro conchiglie celestiali.

15. Hrishikesha (Krishna) suonò il suo Panchajanya; Dhananjaya (Arjuna) il suo Devadatta; e Vrikodara (Bhima), dalle imprese terrificanti, suonò la sua grande conchiia Paundra.

16. Re Yudhisthira, il figlio di Kunti, suonò la sua conchiglia chiamata Anantavijaya. Nakula e Sahadeva suonarono rispettivamente le loro Sughosha e Manipushpaka.

17. Il re di Kashi, eccellente arciere; il grande guerriero Sikhandi; Dhristadyumna, Virata e l'invincibile Satyaki,

18. Drupada, i figli di Draupadi, e il potente figlio di Subhadra, tutti insieme - o Signore della Terra - fecero risuonare le loro conchiglie.

19. E quei suoni emanati dalle attività astrali dei centri di terra, acqua, fuoco, aria ed etere, uditi dal devoto in meditazione, scoraggiarono i desideri mentali e materiali legati al corpo (il clan di Dhritarashtra).

20. Vedendo il clan di Dhritarashtra pronto a dare inizio alla battaglia, il Pandava - la cui bandiera ha per emblema la scimmia - sollevò l'arco e rivolse queste parole a Hrishikesha:

Arjuna disse con reverenza:

21 - 22. "O Immutabile Krishna, ti prego di portare il mio carro fra i due eserciti, affinché possa vedere coloro che sono pronti a darsi battaglia! Alla vigilia della guerra, fammi vedere con chi devo combattere.

23. "Desidero vedere tutti quelli che si sono radunati in questo campo (di Kurukshetra) pronti a combattere, schierati dalla parte del malvagio figlio di Dhritarashtra (Durvodhana)".

Sanjaya disse:

24 - 25. O Discendente di Bharata, comandato così da Gudakesha, Hrishikesha condusse il migliore dei carri in un punto tra i due eserciti, di fronte a Bhishma, Drona e a tutti i regnanti della terra, e poi disse: "Guarda, o Partha, tutti i Kaurava radunati insieme".

26. Partha (Arjuna) vide là radunati in entrambi gli eserciti nonni, padri, suoceri, zii, fratelli e cugini, figli e nipoti, compagni, maestri e altri amici ancora.

27. Vedendo tutti quei parenti schierati in fila, il Figlio di Kunti fu preso da profonda compassione e così parlò tristemente:

Arjuna disse:

28. "Vedendo, o Krishna, questi miei parenti radunati qui desiderosi di combattere, le mie membra vengono meno e la mia bocca è secca.

29. "Tremo tutto e mi si rizzano i capelli. Il sacro arco Gandiva mi scivola dalla mano e la mia pelle brucia.

30. "Né riesco a rimanere in piedi. La mia mente erra di qua e di là, o Keshava, e vedo cattivi presagi.

31. "Né, o Krishna, percepisco alcun effetto salutare nell'uccidere i miei parenti in battaglia. Io non desidero né il trionfo né il regno, e neppure i piaceri dei sensi.

32 - 34. "A che ci serve il dominio, a che ci serve la felicità o perfino continuare a vivere, o Govinda? Gli stessi cari per amore dei quali desideriamo l'impero, la gioia e il piacere, sono qui schierati in battaglia, pronti ad abbandonare vita e ricchezze: precettori, padri, figli, nonni, zii, suoceri, nipoti, cognati e altri parenti.

35. "O Madhusudana, anche se questi guerrieri dovessero uccidermi, io non potrei mai desiderare di ucciderli, neanche se facendolo ottenessi il dominio sui tre mondi. E quanto meno potrei farlo per amore della terra!

36. "Invero quale felicità potremmo ottenere, o Janardana, uccidendo i figli di Dhritarashtra? L'uccisione di questi uomini malvagi ci getterebbe soltanto nelle grinfie del peccato.

37. "Perciò non siamo legittimati a uccidere i nostri parenti, i figli di Dhritarashtra. O Madhava, come potremmo ottenere la felicità uccidendo i nostri parenti?

38 - 39. "Sebbene costoro, con l'intelligenza offuscata dall'avidità, non vedano calamità nella rovina delle famiglie e non vedano il male nell'ostilità contro gli amici, perché - o Janardana - noi, che percepiamo distintamente il male dovuto alla distruzione delle famiglie, non dovremmo cercare di evitare questo peccato? 40. "Con la distruzione della famiglia, periscono gli antichissimi riti religiosi familiari. Quando viene distrutta la religione che ci sostiene, allora il peccato sopraffà l'intera famiglia.

41."O Krishna, per mancanza di religione (adharma) le donne della famiglia diventano cattive. E quando - o Varshneya - le donne sono corrotte, l'adulterio si diffonde tra le caste.

42. "L'adulterazione del sangue della famiglia manderà all'inferno i distruttori del clan, insieme alla famiglia stessa. E soccomberanno anche gli spiriti dei loro antenati, privati delle offerte di acqua e dolci di riso.

43. "Con le malefatte dei distruttori della famiglia, che producono la confusione delle caste, vengono distrutti gli antichissimi riti religiosi (dharma) di casta e di stirpe.

44. "E noi abbiamo appreso, o Janardana, che gli uomini privi di riti religiosi familiari vengono certamente condannati a dimorare all'inferno.

45. "Spinti dall'avidità del piacere di possedere un regno, siamo pronti ad uccidere i nostri parenti - un'azione che ci coinvolgerà in una grande iniquità.

46. "Se i figli di Dhritarashtra, con le armi in mano, mi uccidessero nella battaglia mentre io rimango disarmato e senza opporre resistenza, questo mi sarebbe più gradito e benefico".

Sanjaya disse:

47. Dopo aver così parlato sul campo di battaglia, con la mente angosciata dal dolore, gettando l'arco e le frecce, Arjuna sedette sul sedile del suo carro".

Qui finisce il primo capitolo chiamato "Arjuna vishada-Yoga" "Lo yoga del dolore di Arjuna"

Fonte guruji.it

Significato dei Nomi usati nella Bhagavad Gita

Per designare Sri Krishna:

- Achyuta: Immutabile; Immacolato.
- Bhagavan: Beato Signore.
- Deva: Dio; Signore.
- Govinda: Capo Mandriano, che governa e controlla le 'mucche' dei sensi.
- Hari: Colui che ruba i cuori
- Hrishikesha: Signore dei sensi.
- Janardana: Colui che esaudisce tutti i desideri e le preghiere dell'uomo. Datore di Salvezza.
- Keshava: Uccisore del demone Keshi; Distruttore del male.
- Madhava: Dio della Fortuna.
- Vishnu, di cui Krishna è un'incarnazione, è lo sposo di Lakshmi, la dea della bellezza, della prosperità e della fortuna.
- Madhusudana: Uccisore del demone Madhu; Uccisore dell'ignoranza.
- Mahatma: Grande Anima.
- Prabhu: Signore o Maestro.
- Prajapati: Padre Divino degli innumerevoli esseri.
- Purushottama: Spirito o Essere Supremo. La Suprema Persona
- Varshneya: Discendente della dinastia dei Vrishni.
- Vasudeva: Signore dell'Universo. Discendente di Vasudeva.
- Vishnu: Dio Onnipotente, Colui che sostiene il mondo. La seconda Persona della Trinità Indù.
- Yadava: Discendente di Yadu.
- Yogeshwara: Signore dello Yoga.

Per designare Arjuna:

- Bharata: Discendente di Re Bharata.
- Dhananjaya: Conquistatore di ricchezza.
- Gudakesha: Conquistatore del sonno.
- Kaunteya: Figlio di Kunti.
- Mahabaho: Eroe dal Braccio Possente.
- Pandava: Figlio di Pandu.
- Parantapa: Terrore dei nemici. Uccisore dei nemici.
- Partha: Figlio di Pritha (altro nome di Kunti, la madre di Arjuna).

Fonte guruji.it

lunedì 23 marzo 2009

Introduzione alla Bhagavad Gita di Guido da Todi

INTRODUZIONE di Guido da Todi

Il "Canto del Beato" rappresenta - senza ombra di dubbio - uno dei testi più sacri e sbalorditivi dell'intera umanità storica. Intanto, perchè esso offre non già un'indicazione di Dio, ma la Sua visione completa, a chi sappia abbandonarsi completamente ai fremiti di rivelazione che vengono, ivi, esposti.

Codesta, è una distinzione che è necessario approfondire. Ogni religione, evidentemente, scaturisce dalle più alte necessità spirituali dell'uomo. Ognuna d'esse - a prescindere dalla latitudine in cui nasce - indica Dio; e lo fa, cercandoLo oltre il vasto mondo della forma, mentre Lo considera - in un certo senso - avulso da questa.
La Bhagavad Gita - capovolgendo i termini del rapporto - mostra Dio, strettamente identificato con la natura universale, e colma, così, ogni vuoto tra l'uomo e Lui.

Il Poema sacro è uno dei capitoli della Mahabharata, e ci riporta l'insegnamento, il Vangelo di Sri Krishna. È stato composto 300 anni circa avanti la nascita di Cristo; tuttavia, gli avvenimenti storici con i quali si confronta si situano in epoca più antica; la grande guerra descritta dalla Bhagavad Gita avvenne in una data che la critica moderna fissa a 1.000 anni prima di Cristo.

Tuttavia, forse, non importa molto cercare dei riferimenti realmente accaduti, in rapporto al senso che pervade il simbolismo del Testo. È comune abitudine considerare ogni sutra dell'Opera come una corrispondenza della vita di tutti gli individui.

La Bhagavad rappresenta indiscutibilmente una totale immersione nei concetti e nei principi del "karma yoga": ossia, lo yoga dell'azione. La guerra di cui tratta (il campo di Kurukshetra) s'identifica con il forte impatto che l'animo di ognuno di noi risente, quando s'immerge nel livello reincarnativo quotidiano.

Non esiste un solo versetto che non possa e debba essere applicato a ciascuna delle contingenze che incontriamo nella vita.

Nel Vangelo hindù vengono bilanciati e fusi i due poli della ricerca soggettiva umana: il monismo e il dualismo. Krishna - uno dei più amati Avatar dell'India - appare il protagonista della compiuta lezione di vita che - lungo l'intero arco dell'Opera - egli soffonde ad Arjuna, il suo discepolo.

Tuttavia, è abitudine acquisita dallo spiritualismo storico d'ogni tempo, identificare l'Incarnazione divina con il più prezioso vertice di coscienza di qualunque essere, che si avvicini allo studio e alla lettura dei Sutra di cui parliamo.

Krishna, il protagonista della Bhagavad Gita, l'Incarnazione medesima di Dio è identificabile con il nostro "Io" più profondo ed immortale, che si rivolge alla propria ombra - la personalita' - immersa nelle fumose volute dei livelli incarnativi.

Va, ancora, sostenuto che la sintesi vivente dell'intero insegnamento che Krishna propone al suo discepolo s'identifica in un totale colpo di scure che s'abbatte su qualsiasi valore superfluo, che appesantisce e anchilosa la coscienza relativa di quest'ultimo: assetato di verità e liberta'.

Sepolta nel medesimo seno di quel sovrumano edificio al Pensiero Puro ed al più astratto spiritualismo, che sono i Veda, l'Opera di cui trattiamo ne costituisce - per certi versi - una natura anomala; pur rappresentandone, forse, la sostanza più mistica e la sintesi vivente e definita. I mille e mille versi cantati dei Veda, qui, si collegano in una nota sfolgorante finale, in cui il Verbo Medesimo della Vita Universale, si fa Logos e si propone come Nucleo e Coscienza Cosmica d'ogni cosa relativa.

Che importa - quando Vita e Forma sono totalmente trascese - privilegiare un qualsivoglia angolo della manifestazione eterna, e desiderare manifestarsi come ragion pura, oppure come amore? Che importa insistere su migliori ed ancora migliori espressioni aristocratiche dell'Essere, se - di già - "l'assoluto è manifesto, dai tempi dei tempi"?

Come il nostro organismo fisico è composto da miliardi di vite infinitesimali - le cellule - cosi' ogni individuo è onda di un Infinito Mare Universale, della cui ampia Coscienza è parte intrinseca e vitale. Questa Coscienza parla nella Bhagavad Gita, ed attrae nel suo vortice di infuocato amore il proprio minore riflesso esistenziale: Arjuna.

"Il vero yoghi vede Me in tutti gli esseri e tutti gli esseri in Me. In verità, l'anima realizzata Mi vede ovunque."

"Lo yoghi, sapendo che Io e l'Anima Suprema, situata in tutte le creature, siamo Uno, Mi adora e dimora sempre in Me."

Oltre, quindi, a rivelare il "supremo segreto", sepolto sotto la coltre degli irriducibili veli di maya, Krishna - la Vita Universale, fatta Verbo - indica ad Arjuna, nei 18 capitoli della Bhagavad Gita, le tecniche mistiche per liberarsi definitivamente dal vincolo delle reincarnazioni.

Sta di fatto che molti tra coloro che giungono sulle incantevoli sponde del sacro Testo vengono benedetti dalla rivelazione che tal episodio della loro vita fa proprio parte di quell'azione incessante che l'Anima delle cose rivolge agli infiniti aspetti del suo cosmico organismo, per riassorbirli a Sè.

Chi è predestinato riconosce, senza ombra di dubbi, la Voce del Silenzio, nel suo cuore, mentre promana dai sutra del Vangelo Hindù.

È nell'intensa speranza che tutti voi possiate ritrovarvi in Seno al Padre Originario, mentre v'inebrierete con la musica dell'insegnamento di Krishna - proprio come lo scrivente ha terminato il suo lunghissimo viaggio reincarnativo, ritrovando le radici da cui era nato, e dissolvendosi in esse - che vi si augura si' immensa gioia e beatitudine!

Tratto da guruji.it

domenica 22 marzo 2009

Paramahansa Yogananda

Paramahansa Yogananda (1893-1952) ha segnato dei punti fermi ed importantissimi per lo Yoga e la Meditazione in Occidente.
In questo particolare periodo storico, fondato sulla materialità e su principi egoistici, ha saputo radicare una cultura spirituale, riuscendo nel difficile intento di portarla fino ai giorni nostri ancora valida, ancora in vita.

Yogananda è riuscito a dare risalto ai principi eterni volti ad ottenere l'esperienza interiore, sempre sottolineando quanto questi principi universali siano indipendenti da religioni e fedi.
Forte il suo messaggio critico rivolto alle religioni tutte, sempre più dogmatiche, non finalizzate alla ricerca.

Il sito ufficiale della sua scuola la Self Realization Fellowship
Alcune informazioni in Italiano a cura di Pasgal e Windrunner --->>



Qui sotto metto alcuni interessanti aforismi Del Maestro Yogananda.

Grazie alla scienza dello Yoga, l'anima raggiunge un'assoluta padronanza sul corpo e sulla mente, e si serve di questi strumenti per conseguire la realizzazione del Sé, ossia la consapevolezza della propria natura trascendente e immortale, una cosa sola con lo Spirito.
* * *
Vivete soltanto nel presente, non nel futuro. Fate del vostro meglio oggi; non aspettate il domani.
* * *
La libertà dell'uomo è definitiva ed immediata, se così egli vuole; essa non dipende da vittorie esterne, ma interne.
* * *
I fanatici limitano la verità, affermando di averne il monopolio, e si considerano reciprocamente "pagani". Molti cristiani pensano che gli induisti e i buddhisti siano "pagani", gli induisti e i buddhisti, se sono fanatici e intolleranti, pensano la stessa cosa dei cristiani. Ma la vera religione non appartiene a nessuno in particolare.
* * *
Tutte le forme di meditazione comportano il soggetto che medita, il processo della meditazione e l'oggetto della meditazione stessa. Lo scopo è quello di raggiungere la coscienza dello Spirito per mezzo di una calma, continua ed esclusiva attenzione, finché l'anima non sia immersa in una beatitudine senza fine.
* * *
Non dite: "Domani mediterò più a lungo. " Improvvisamente vi accorgerete che è passato un anno senza che abbiate messo in pratica le vostre buone intenzioni. Dite invece: "Tutto può aspettare, ma la mia ricerca di Dio non può aspettare".
* * *
Il regno della mia mente è infangato dall'ignoranza. Con le piogge incessanti della scrupolosa autodisciplina, possa io rimuovere dalle città della mia negligenza spirituale gli annosi detriti dell'illusione.
* * *
Ricordate che più a lungo praticate la meditazione con intensità, più vicini sarete al gioioso contatto col Dio silenzioso. L'intensità consiste nel fare la meditazione di oggi più profonda di quella di ieri e la meditazione di domani più profonda di quella di oggi.
* * *
Non lamentatevi se nella meditazione non vedete luci o immagini. Entrate profondamente nell'esperienza della Beatitudine; là troverete la reale presenza di Dio. Non cercate una parte, ma il Tutto.
* * *
Tuffandovi profondamente attraverso l'occhio spirituale, vedrete la quarta dimensione, sfolgorante dei miracoli del mondo interiore. E' difficile entrarvi, ma quanto è meraviglioso!
* * *
Non importa se gli enigmi quotidiani della vita vengano o no compresi del tutto. Ciò che importa è dimostrarsi decisi nella ricerca della vera felicità, ossia la Gioia da cui trae origine ogni essere.
* * *
Non è l'immettere dall'esterno che dà la saggezza. E' il potere e il grado della vostra ricettività interiore che determina quanto voi potete ottenere in vera conoscenza, e quanto rapidamente.
* * *
Ogni istante è eternità, perché l'eternità può sperimentarsi in quel minuto. Ogni giorno e minuto e ora, è una finestra attraverso la quale potete scorgere l'eternità. La vita è breve, nondimeno è senza fine. L'anima non perirà, ma a causa della breve stagione di questa vita voi dovreste mietere quanto più potete dell'immortalità.
* * *
Spesso noi continuiamo a soffrire senza fare uno sforzo per cambiare; ecco perché non troviamo pace durevole e appagamento. Se noi perseverassimo, saremmo certamente capaci di superare tutte le difficoltà. Dobbiamo fare lo sforzo, perché possiamo passare dalla miseria alla felicità, dallo sconforto al coraggio.
* * *
Adoperando la chiave del Kriya, coloro che non riescono a credere nella divinità di nessun uomo vedranno, alla fine, la piena divinità di se stessi.
* * *
Apri le finestre della calma e vedrai d'improvviso erompere il radioso sole della gioia nell'intimo del tuo stesso Sé.
* * *
Con la pratica della meditazione scoprirete che avete un paradiso portatile nel vostro cuore.
* * *
I vostri due occhi fisici vi inducono erroneamente a pensare che questo mondo di dualità sia reale. Aprite il vostro occhio spirituale e vedete la vostra forma invisibile. Se, nel silenzio interiore, il vostro occhio spirituale è aperto, l'invisibile diviene visibile.
* * *
La mente è l'artefice di tutte le cose. Voi dovete indurla a creare soltanto il bene. Se, con tutta la forza della volontà dinamica, vi concentrerete su un determinato pensiero, alla fine lo vedrete prendere una tangibile forma esteriore. Quando riuscirete a servirvi della volontà esclusivamente per scopi costruttivi diverrete padroni del vostro destino.
* * *
"I riti esteriori non possono distruggere l'ignoranza, perché non sono in contrasto con essa" scrisse Shankara nel suo famoso "Century of Verses". "Solo la conoscenza realizzata distrugge l'ignoranza ... La conoscenza non può scaturire se non dalla ricerca".
* * *
Il desiderio materiale regna sovrano nella persona che non medita. Il desiderio materiale è il re di tutte le tendenze dei sensi, perché è il desiderio che induce la discriminazione a seguire i piaceri dei sensi di pigrizia, comodità fisica e così via, invece di seguire la felicità dell'anima, che consiste nella totale pace della mente.

mercoledì 18 marzo 2009

Chakra - Videocorso

Traggo dal canale "nonsoloanimatv" questi interessanti video sui Chakra.
Come riequilibrare i nostri Chakra, quali sono i loro lati oscuri, come meglio capire il nostro corpo, i nostri sentimenti, le nostre emozioni.

Prima ed indispensabile carellata, ottimo punto di partenza per iniziare la comprensione.
Saggio inizio di ogni viaggio spirituale.


Premessa sui Chakra


Funzioni dei Chakra, equilibrio, muri energetici, collegamenti fisici.


1° CHAKRA



Radicarsi per equilibrare, l'albero come Maestro.
Come portare l'energia a collegarsi con Madre Terra
.


CHAKRA


Sessualità ed ascolto delle emozioni, il piacere e la accettazione.
Disequilibrio nel non ascolto del nostro corpo, delle emozioni, le negazioni.



CHAKRA


La libertà e l'agio come armonia, gli aspetti della vita.
Lo squilibrio dato dell'Iper controllo.



CHAKRA


Amore come modo di essere, amare per ciò che è, accettazione.
Lo squilibrio, il disamore come disagio, la perdita di noi.



CHAKRA


Comunicare e ricevere, esteriorizzare ciò che siamo, realizzazione degli obbiettivi.
Lo squilibrio è il disagio, il silenzio, incapacità di esprimere, senza chiarezza.



CHAKRA


Lo Spirito, la consapevolezza di ciò che siamo.
Lo squilibrio come vittimismo, il non essere capace, il negarsi.



CHAKRA


La nostra anima, la connessione con l'universo, sentirsi un abitante cosmico.
Il disequilibrio come senso di esclusione, solitudine, vittime di rapporti autoritari.


martedì 17 marzo 2009

Chakra - Prima Meditazione

Preparazione:
- Incrociamo le gambe.
- Respiriamo dal naso, bocca socchiusa.
- Occhi chiusi.
- Concentriamoci sul respiro, l'aria che entra e si dirama in tutto il nostro corpo come energia, sentiamo l'ossigeno che arriva nelle nostre mani, sulle punta delle dita, in ogni posto.
- Rilassiamo il corpo, le spalle, le braccia, lasciamo andare il corpo tutto, muscoli distesi.
- Liberiamo la mente, nessun pensiero, mente libera.

Adesso equilibriamo i Chakra
I colori sono solo per facilitare la visualizzazione
- Visualiziamo l' energia rossa propria del nucleo della terra.
- Lenergia sale dal centro della terra fino ai nostri piedi, poi su per le gambe come un serpente fino a raggiungere l'inizio della spina dorsale.

- 1° chakra
Visualiziamo l' energia rossa, una palla di energia rossa in fondo alla spina dorsale che emana energia, rilassando e riscaldando quel punto, i muscoli del sedere.
- 2° chakra
L' energia sale, visualiziamo l' energia di colore arancione nella parte corrispondente al nostro organo sessuale, sempre sulla spina dorsale. Rilassando e riscaldando i muscoli propri dell'orgasmo.
- 3° chakra
L' energia sale ancora sempre sulla spina dorsale, visualiziamola di colore giallo in corrispondenza della milza, un po' più centrale, pancia/stomaco.
Rilassiamo e riscaldiamo questo punto.
- 4° chakra
Su ancora fino al cuore, visualiziamo il colore verde della natura, del sentimento. Proviamo amore (di solito io sorrido in questo momento...) Apriamo il cuore.
- 5° chakra
Ancora su fino alla gola, la trachea, visualiziamo la palla di energia di colore azzurro.
Il pensiero va al verbo, alla parola, alla comunicazione, l' energia si concentra in uscita attraverso il pensiero comunicativo.
- 6° chakra
Su ancora fino alla mente, nello specifico all'interno della fronte tra le sopracciglia (intendiamola come il terzo occhio anche se in realtà non lo è).
Visualiziamola di color rosa.
Il pensiero, la mente, la vista, la testa tutta si riscalda.
- 7° chakra
La parte superiore della testa, da qui ci proiettiamo su, nell' universo. Visualiziamolo come un grande fiore giallo aperto, più largo della nostra testa, che si innalza su nell' universo sotto forma di energia.
Stabiliamo così un collegamento energetico con l' universo, continuo, a getto continuo.

lunedì 16 marzo 2009

Rivoluzione Spirituale


Tutti vogliono essere felici e nessuno vuole soffrire.
L'occidente è il paradosso per eccellenza di questo, bisogna cambiare modo di pensare.

La cosa più comune in noi è quella di cercare la felicità al di fuori da noi stessi. Pensiamo che avere una casa giusta, una macchina giusta, un lavoro giusto, degli amici giusti e, soprattutto, il partner giusto, ci renderà felici. Proviamo sempre a cambiare il mondo esterno solo perché esso corrisponda a ciò che vogliamo. Ricerchiamo comodità, sicurezza e frequenti stimoli così da non dover affrontare la nostra realtà. Ma quando otteniamo ciò che vogliamo, per quanto durerà? La mente cambia e vogliamo qualcos’altro. Abbiamo la casa che volevamo, ma ora vogliamo una cucina più grande, una camera da letto più grande, e così via.
Se cerchiamo di stare tranquilli per un po’ e proviamo veramente a fare un po’ di autoanalisi, il pallone di presunta sicurezza che ci siamo costruiti intorno a noi scoppierà.

Oggigiorno, in occidente, s’incontra il partner perfetto e in un battibaleno si va a vivere insieme. All’inizio il partner è meraviglioso, poi iniziamo a trovare difetti. L’amore svanisce e cerchiamo un altro partner che possa soddisfare i nostri desideri. Questa consuetudine si perpetua nel tempo attraverso la storia degli esseri umani. Tuttavia non siamo ancora felici perché non vogliamo affrontare la nostra vera realtà. Avendo dimenticato il proposito delle nostre vite, non ricordiamo come essere felici e come avere una vita familiare soddisfacente.

La felicità è uno stato della mente.
La felicità non nasce dagli oggetti esteriori, ma dalla nostra interiorità. Nel momento in cui la mente è pura e pacifica siamo felici, qualsiasi cosa accada esternamente.
Se c’è impurità e tensione, noi non possiamo essere veramente felici, nonostante quanto duramente proviamo a cambiare ciò che si muove fuori di noi. Possiamo cambiare la nostra casa, il partner e il lavoro un centinaio di volte, ma fino a che non cambiamo la nostra mente irrequieta e insoddisfatta, non troveremo la felicità.